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Se volete contattarmi sarò ben felice di rispondere ad ogni vostra curiosità o domanda!

Invano Orfeo scongiurò Caronte di traghettarlo un’altra volta:
il nocchiero lo scacciò. Per sette giorni rimase lì
accasciato sulla riva, senza toccare alcun dono di Cerere:
dolore, angoscia e lacrime furono il suo unico cibo.
Poi, dopo aver maledetto la crudeltà dei numi dell’Averno,
si ritirò sull’alto Ròdope e sull’Emo battuto dai venti.

Orfeo ed Euridice (Ovidio, Metamorfosi, X, 1-77)

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